Cos’è il percorso AvanzidiGalera, come nasce, cosa contiene, come si struttura
Intro:
Da dove viene questa strana pratica, e la singolare pretesa di rinchiudere per correggere? (Sorvegliare e Punire, Michel Foucault)
Avanzi di galera vuole essere un’evasione di vissuti dal carcere trasmessi a chi, fuori, vuole conoscere questa brutale realtà e vuole combattere per contrastarla. Una risposta alla necessità di parlare di cosa sia la prigionia, e di come
vi si possa resistere attraverso un percorso a tappe forzate nel quale non mancano ingegno e umanità.
Avanzi nasce per raccogliere soldi per supportare i compagni e le compagne in carcere. La prima iniziativa organizzata è nata come reazione all’ondata repressiva verso le lotte no-tav del 2011-2012 mentre la seconta tappa è stata GenovAvanza, per riportare al presente la lotta contro il G8 di Genova 2001. In particolare, la cena-benefit è stata fatta per supportare le spese legali del processo ai manifestanti, perché la memoria è un ingranaggio collettivo e va oliato di continuo. Vorremmo che si continuasse con questo tipo di prerogativa: alimentare la solidarietà materiale e politica verso
coloro che finiscono nelle maglie di una repressione che si accanisce su singoli individui per colpire storie e movimenti collettivi di cui ci sentiamo parte.
Ma quindi Avanzi cos’è?
Avanzi di Galera è un percorso e una modalità di confrontarsi, più che solo un contenuto, che nasce intorno al tema del carcere e della repressione per cercare di capire cosa siano, esplorandone gli aspetti materiali, simbolici e politici attraversando i muri e le sbarre.
Avanzi parte dal carcere ma non si ferma lì. Pensiamo che il tema centrale (la prigionia), le motivazioni di partenza (la rabbia per gli arresti e il sostegno diretto alla raccolta fondi per il sostegno legale ai NoTav e a Genova 2001), e le modalità con le quali ci siamo confrontate e abbiamo agito siano elementi strettamente interrelati, nodi intorno ai quali abbiamo ragionato, e che sono serviti da punti di orientamento per la costruzione delle giornate.
Vogliamo quindi sviscerare questi punti, per rendere più chiare le caratteristiche fondamentali del percorso di Avanzi di Galera.
Primo: il carcere è un dispositivo di disciplinamento delle differenze. Dunque, il confronto e l’azione politica che vogliamo mettere in piedi stanno nel polo opposto e rivendicano l’indisciplina, il diritto di parola, il diritto di azione, senza veti.
Secondo: il carcere e la repressione sono dispositivi sociali che fanno ricadere sugli individui le contraddizioni strutturali della società in cui tutti viviamo. Allora, Avanzi vuole rimettere al centro precisamente la relazione tra individuo e collettivo. L’individuo, con la sua storia, le sue esperienze fuori e dentro al carcere. Il
collettivo, perché siamo parte delle lotte, perché non è possibile ragionare di individui singoli che sono tutti parte di una società che va cambiata. Se il carcere vuole appunto isolare l’umanità che vi è rinchiusa Avanzi ha cercato di entrare con uno sguardo critico e creativo per socializzare e comunicare quanto vi si è trovato, attraverso forme d’interazione, contenuti ed esperienze proposti nelle varie tappe.
Terzo: il carcere disciplina i corpi e le teste. Allora, Avanzi vuole essere un percorso di coinvolgimento delle teste attraverso i corpi.
Come funziona:
1. Avanzi vuole essere un momento informativo. Non siamo interessate a dire cosa si deve pensare, ma più che altro vogliamo informare su cosa sia e come sia il carcere. L’interscambio stimoli e informazioni/contenuti è il primo punto (anche per questo ogni iniziativa prevede un punto di file sharing, dove tutto il materiale è a disposizione di chi lo vuole scaricare, condividere e far girare, nelle modalità che ritiene a sé più vicine e congeniali).
2. Avanzi vuole essere un momento attivo e interattivo. E’ attivo perché i partecipanti sono coinvolti nell’iniziativa attraverso un percorso multisensoriale (l’udito, con l’audio delle lettere dal carcere, il tatto, con il laboratorio di autocostruzione, il gusto, con la cena, la vista, con le proiezioni, la parola, con il laboratorio di autonarrazione) che mira ad un’esperienza corporea e attiva. E’ interattivo, appunto perché non vogliamo dettare una linea ma dare stimoli per riceverne, chi si attiva nel percorso ne diventa parte integrante e ad esso contribuisce, con il suo corpo e le sue parole.
3. Avanzi vuole essere un percorso aperto e in costruzione/interattivo non solo per chi lo attraversa negli spazi del percorso a tappe forzate ma anche per chi decide di contribuire a metterlo in piedi portandolo nei diversi spazi sociali. Per questo motivo ci piace l’idea che ogni persona, gruppo, spazio sociale voglia aggiungere una parte nuova, stravolgere le parti vecchie, emendarle, trasformarle, riprendere fili lasciati aperti e intrecciare riflessioni nuove… Quello che abbiamo voluto è stato costruire dei percorsi in cui i e le partecipanti vi mettessero le proprie emozioni, la propria testa e i propri sensi.
TEMPI
Ogni persona impiegherà diverso tempo per percorrere l’intero percorso (anche oltre l’ora e mezzo): dipende dal numero degli spazi, dei tempi previsti per ciascun laboratorio, dal numero di gruppi e di guide disponibli. L’ingresso del percorso non dovrà essere troppo a ridosso dell’orario della cena. Sia al Baraonda che in cox18 l’apertura è stata fissata
alle 15/16 [con cena cominciata alle 21.00 e terminata entro la mezzanotte].
GLI SPAZI
1. IMMATRICOLAZIONE
Materiali: penne, timbro, questionari, mappa dello spazio (pdf)
Cartellone IMMATRICOLAZIONE
Atteggiamento: dare del lei, chiedere il nome di battaglia, segnare sul questionario e fare compilare. Durante la compilazione del questionario le persone devono sostare all’ingresso “parcheggiate”, in attesa che si crei il gruppo per poter accedere agli altri spazi. Una volta finito il questionario deve essere timbrato e lasciato alla persona, le risposte le riceverà alla fine e magari alcune le incontrerà nel percorso. Vengono fatti entrare in una sala spoglia a
vedere un video (Intimità). Il gruppo viene prelevato quindi da una guida e portato all’interno. Se possibile le tappe dovrebbero essere forzate, cioè dettate nei tempi dalle guide, soprattutto per la visita alle celle e i laboratori, mentre la visita alla Mostra e all’ora d’aria più libere.
2. LA CELLA
Se lo spazio lo consente preparare almeno due ambienti. Diversamente almeno una cella generica (sovraffollamento). Qui la costrizione deve essere evidente. Sarebbe meglio che i tempi, sia per l’affollamento che per l’isolamento, fossero dettati dalle guide.
Sovraffollamento
Cella con arredo minimale: letti a castello, televisione con video e audio con lettura delle lettere dal carcere. Si entra in gruppo con una permanenza di almeno 5 minuti.
Isolamento
Cella vuota, piccola, bianca e senza arredo con videocontrollo (videocamera a circuito chiuso o specchi). Ogni persona entra da sola in cella.
3. DOCUMENTI, VISIONI, OGGETTI
– Pannelli aggiornabili (dati dal Ministero della Giustizia e Rapporti Antigone).
– Pannelli fissi (descrizioni ambienti)
– Dossier
– Oggetti (fornello, chiavi, medicinali, caffettiera) e relativi testi.
– Foto delle celle (presenti solo nella prima edizione al baraonda)
– Video (noi abbiamo mostrato: il video della prima edizione di avanzi; un video di spiegazione dell’imputazione di devastazione e saccheggio; un video sull’intimità in carcere; un video sulle carceri d’Italia; i video delle videocamere a circuito chiuso seminate lungo il percorso di AvanzidiGalera)
– PC con materiale scaricabile (chiedendo alle persone di portare una chiave USB per scaricare il materiale o per condividerne altro in tuo possesso).
4. LABORATORI DI AUTOCOSTRUZIONE
(oggetti scelti dal libro “Innocenti Evasioni”)
– Appendiabiti fatto con fogli di giornale
– Vasetti per germogli ricavati da bottiglie di plastica
– Scacchi
– Grattugia
5. LABORATORIO DI NARRAZIONE, o meglio l’Angolo del volontario
Materiali:
Fogli A4, fogli grandi, penne, pennerelli e le carte realizzate da alcuni detenuti del carcere di San Vittore durante il laboratorio di narrazione a loro proposto.
Descrizione:
Il rapporto numerico tra educatori e detenuti nelle carceri italiane si aggira intorno ad una media di 1 su 100. Nel 2012
è stata stimata la presenza di circa 11.000 volontari nelle carceri italiane. Sono loro a rappresentare per il detenuto una delle poche occasioni di contatto con il mondo esterno al sistema penitenziario.
Volontari ed educatori sono una presenza ambigua all’interno delle carceri: se da un lato possono portare degli elementi di novità e di stimolo per molti detenuti, dall’altro non possono generare relazioni “liberatorie”, perchè la relazione è imprescindibilmente vissuta all’interno del dispositivo di potere creato dall’Istituzione Totale e quindi non “liberata” delle forme di controllo sociale sulla vita dei carcerati.
Il laboratorio che è stato proposto nelle due edizioni Milanesi di Avanzi di Galera si basa su esperienze di narrazione corale fatte all’interno di alcune carceri milanesi. I detenuti che vi avevano partecipato hanno realizzato delle carte da gioco, che sono state utilizzate durante le edizioni di Avanzi.
É stato interessante utilizzare quegli stessi materiali per far esprimere chi partecipava ad Avanzi, in un’ottica di confronto e scambio tra dentro e fuori.
Lo spirito che nelle nostre intenzioni anima questa tappa del percorso, è quello di creare uno spazio nel quale sia possibile toccare, manipolare, lavorare, giocare con il materiale prodotto nelle carceri durante i laboratori dei volontari, con l’obiettivo di far dialogare gli immaginari di chi vive direttamente l’esperienza della detenzione con gli immaginari di chi è fuori.
6. ORA D’ARIA
Se il tempo lo consente (durante l’edizione di Avanzi in Cox18 nevicava..) allestire questo ambiente all’aperto e alla fine del percorso. Predisporre tavoli e panche per consentire alle persone di parlare. In un angolo allestire in tavolo per il gioco di Criminal mouse, gioco da tavola realizzato all’interno del carcere
Per ordinare il gioco:
http://libri.terre.it/libri/collana/12/libro/39/Criminal-mouse [3]
7. CENA
Ricette tratte dal Gambero Nero, Avanzi di Galera o altri libri di cucina scritti in carcere. Se possibile intervento anche dei cuochi che spieghino la scelta dei piatti del menù e le difficoltà nel reperire in carcere ingredienti e utensili che determinano però una creatività.
Durante la Cena restituzione del Questionario ad opera possibilmente di una persona esperta in sociologia del diritto, diritto legale, ecc., che sappia rispondere ad eventuali domande e spiegare bene il senso delle risposte.
Allestimento tavoli con tovagliette stampate in formato A3 (su cui sono riportate frasi da Goliarda Sapienza, Luniversità di Rebibbia)
Diversi sono i filoni che si possono seguire per organizzare la cena; i due testi che abbiamo utilizzato come bibliografia sono molto diversi:
• Gambero nero, D.Dutto e M. Marziani, Derive&Approdi, 2005: è principalmente un progetto fotografico che ha come tema la creatività del cucinare in carcere e il suo ruolo di svago;
• Avanzi di galera, IlDue, Guido Tommasi Editore, 2005: è un testo più approfondito sul tema del cibo in carcere: partendo dal carrello, alla spesa, i pacchi fino ad arrivare ad un’ampia gamma di ricette. Con molta ironia il libro descrive come il cibo sia, anche in carcere, uno specchio delle differenze sociali.
Gli elementi che abbiamo tenuto in considerazione nella costruzione del menu:
• la cena come momento conclusivo del percorso deve servire oltre a tirare su i soldi come momento di confronto dell’esperienza vissuta quindi una cena “comoda”, seduta con i piatti portati e non un buffet o self service, di modo che le persone potessero chiacchierarsela mentre mangiano e/o aspettano il cibo;
• la cucina carceraria come prima cucina creola italiana;
• in considerazione delle persone a cui ci rivolgevamo ci siamo concessi delle digressioni dalle sole ricette presenti nei testi per inserire almeno un piatto per portata vegetariano;
• per nostra convinzione abbiamo comunque utilizzato ingredienti di stagione, in questo non rispecchiando strettamente
quella che è la possibilità di acquisto in carcere;
• mantenere il format di attivazione-partecipazione attraverso la costruzione degli utensili o il “montaggio” di un piatto: ma per gli spazi disponibili durante l’edizione Genovavanza abbiamo deciso sia che la parte sulla costruzione degli utensili fosse più agevole mantenerla nel laboratorio di autocostruzione sia che non fosse opportuno ripetere l’esperimento del l’automontaggio del dolce (che invece abbiamo proposto durante la prima edizione al Baraonda).
I menu delle edizioni precedenti:
NO TAV (Baraonda)
Onnivori Vegetariani
Risotto alla “Permettete” Spaghetti alla santa Caterina
Carne alle prugne Panzerottini di verdure
Dolce arabo Dolce arabo
GenovAvanza (Cox18)
Onnivori Vegetariani Vegani
Riso patate e cozze Harira Harira
Pollo alla jardinera Polpette alla umile Fagiolata con le coste
Crostata di ricotta Crostata di ricotta Torta vegana
Per GenovAvanza è stata coinvolta anche LaTerraTrema che ci ha fornito il barbera di Alziati
+ Materiali bibliografici
Gambero nero e Avanzi di Galera: per le ricette dal carcere
Innocenti Evasioni: per il laboratorio di autocostruzione